Istituto

 

L’Istituto Centrale per la Patologia degli Archivi e del Libro (ICPAL) nasce nel 2007 dalla fusione dell’Istituto centrale di patologia del libro (ICPL) con il Centro di fotoriproduzione legatoria e restauro degli Archivi di Stato (CFLR), assumendo inizialmente la denominazione di Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario.

L’ICPAL riunisce dunque due entità ben distinte per nascita, storia e contesti di riferimento, ognuna portatrice di propri valori e tradizioni operative. Entrambe le Istituzioni hanno conquistato una posizione di eccellenza nel campo del restauro dei beni archivistici e librari, testimoniata dai sempre più numerosi e significativi interventi, sia in Italia sia all’estero.

Questo grande patrimonio di conoscenze e di esperienze accumulato nel corso degli anni si concentra oggi in un unico Istituto, la cui principale attività consiste nella ricerca finalizzata alla conoscenza, alla tutela e alla conservazione dei materiali archivistici e librari appartenenti allo Stato e ad altri Enti pubblici.

L’Ordinamento dell’ICPAL prevede lo svolgimento di attività di restauro, conservazione, ricerca e consulenza in entrambi gli ambiti, dando particolare rilievo alla prevenzione, alla formazione, alla cooperazione internazionale e all’informazione scientifica.

Tra gli obiettivi strategici dell’Istituto si annovera anche la promozione e valorizzazione dei beni archivistici e librari, attraverso iniziative e progetti condotti in collaborazione con le principali istituzioni nazionali e internazionali che operano in quest’ambito, la partecipazione a mostre, convegni, stage e seminari, la produzione di strumenti idonei alla disseminazione dell’informazione.

Grande attenzione è riservata alla didattica: attraverso la Scuola di Alta Formazione e Studio si provvede alla formazione di restauratori di beni archivistici e librari.

Istituto Centrale di Patologia del libro

L’Istituto centrale di patologia del libro è nato nel 1938 su progetto di Alfonso Gallo con la finalità di coniugare lo studio del libro dal punto di vista storico e delle sue componenti materiali con le discipline scientifiche.

Sin dalle origini l’impegno dell’Istituto consiste essenzialmente nella ricerca e nell’alta formazione finalizzate alla conoscenza, conservazione e restauro dei materiali librari conservati nelle biblioteche italiane. Nel 1975 (con la legge 805/1975) viene inserito tra gli Istituti centrali del neo Ministero per i Beni Culturali e Ambientali.

Unico nel suo ambito, nel corso degli anni l’Istituto ha accumulato un immenso patrimonio di conoscenze, competenze e abilità, che gli hanno permesso di divenire un punto di riferimento internazionale e un modello istituzionale cui ispirarsi.

Con la consapevolezza che la conservazione e il restauro riguardano la componente materiale dei beni culturali, per oltre mezzo secolo presso l’Istituto si sono svolte ricerche relative alla ricostruzione della storia tecnologica del libro. Questa opzione è stata ripresa e sviluppata a partire dagli anni Ottanta nel solco di una disciplina – l’archeologia del libro – che si pone come obiettivo la ricostruzione della cultura materiale che ha presieduto alla manifattura del libro antico. Nel corso degli anni i laboratori hanno sempre portato avanti la ricerca sul doppio binario della conservazione preventiva e dell’intervento di restauro vero e proprio. L’attività di ricerca è stata svolta in stretta collaborazione con le principali istituzioni nazionali e internazionali che operano nel settore: dal Consiglio nazionale delle ricerche alle Università, alle organizzazioni internazionali impegnate nel campo della conoscenza e della conservazione del libro antico e moderno.

Nel corso dei decenni l’ICPL ha guadagnato notorietà e prestigio internazionali nel campo del restauro dei beni librari, testimoniati dai sempre più numerosi e significativi interventi, tra i quali ricordiamo i più recenti.

Nell’ultimo anno di attività è intervenuto su 35 carte del Decameron di Boccaccio, rinvenute alla fine dell’Ottocento dall’avvocato Fabio Vitali all’interno di un incunabolo stampato a Ulma nel 1478: le carte, risalenti alla seconda metà del XIV secolo e redatte da una mano coeva al Boccaccio, sono state sottoposte a un particolare tipo di restauro, con l’obiettivo primario del recupero delle aree compromesse dal riuso.

Un altro intervento particolarmente rilevante è stato quello sul manoscritto Piana 3.207 conservato presso la Biblioteca Malatestiana di Cesena, un codice di grande formato, membranaceo, risalente al XIII secolo, riccamente miniato e contenente il Decretum Gratiani.

L’Istituto ha inoltre sempre collaborato all’organizzazione tecnica e normativa e ha svolto un’intensa attività di consulenza per la soluzione dei problemi della conservazione e del restauro nelle biblioteche statali italiane. Ha affrontato problematiche complesse ed emergenze drammatiche: la campagna di lotta contro le infestazioni termitiche, il censimento dei danni causati dai bombardamenti, i crolli e gli incendi, il recupero del materiale danneggiato con l’alluvione di Firenze, gli interventi sui volumi appartenuti a Cesare Pavese danneggiati dall’esondazione del Tanaro (6 novembre 1994).

Ha fatto parte del gruppo di lavoro per la conservazione dei rotoli del Mar Morto ed è stato individuato come responsabile del progetto di recupero dei frammenti membranacei di Corano, risalenti al settimo e ottavo secolo, fortunosamente venuti alla luce nella Grande Moschea di San’;a in Yemen.

Centro di fotoriproduzione legatoria e restauro degli Archivi di stato

Il Centro di fotoriproduzione legatoria e restauro degli Archivi di stato (CFLR) viene istituito nel 1963 in base alla legge sugli Archivi (D.P.R. 30 settembre 1963, n.1409), con compiti di ricerca, studio e sperimentazione nel campo della conservazione e del recupero dei documenti archivistici e di addestramento del personale tecnico (archivisti, restauratori e fotografi in servizio presso gli Archivi di Stato).

Il CFLR ha rappresentato un punto di riferimento e di risposta alle mille problematiche che la conservazione diretta e indiretta dei documenti comporta. Il patrimonio documentario sottoposto all’attività del Centro comprende documenti su qualsiasi supporto: pergamene, carte, sigilli, fotografie, formati digitali, ecc.

Nell’ambito dell’attività primaria del Centro – il restauro e la conservazione dei beni archivistici – si segnalano gli interventi più recenti e significativi. In primo luogo l’intervento effettuato sul più antico documento su carta conservato in Europa (a. 1109) “Il mandato della contessa Adelasia” conservato presso l’Archivio di Stato di Palermo. Attraverso la sinergica collaborazione dei Laboratori di chimica, biologia e restauro e un approfondito studio del documento e delle sue componenti materiche, l’intervento diretto di restauro ha consentito il recupero di parti di testo che risultavano compresse e nascoste nelle ondulazioni e pieghe.

Il Centro ha restaurato importanti documenti provenienti dal Museo Garibaldino di Caprera, nell’ambito delle celebrazioni del bicentenario della nascita dell’Eroe dei due mondi; parte di questo materiale è stato esposto in occasione della mostra Garibaldi salvato presso la sede dell’ICPAL.

A questo si aggiungono altri interventi di eccellenza: il recupero di diciannove codici latini miniati, in pergamena e di altri preziosi documenti su supporto cartaceo, grazie alla costante consulenza fornita all’Archivio dello Studium Biblicum di Gerusalemme; il restauro della preziosa documentazione relativa ai processi del Santo Uffizio realizzato per la Congregazione alla Dottrina della Fede.

Altro significativo ambito di ricerca è lo studio di particolari metodiche differenziate per il restauro di “lucidi”, di cui tutti gli istituti archivistici sono forniti. Le carte da lucido, materiale che non nasce per la lunga conservazione, rappresentano molto spesso l’unica documentazione disponibile per gli studiosi dell’architettura moderna.

Per quanto riguarda la partecipazione a progetti internazionali, il Centro ha svolto il ruolo di partner italiano nel progetto TAPE (Training for audiovisual preservation in Europe) ed ha acquisito l’incarico di consulente del Museo dell’Immagine e del Suono di San Paolo in Brasile.

Sul versante della formazione si ricordano alcuni tra i progetti più significativi: il seminario sul restauro meccanico (leaf-casting) organizzato in Argentina per l’Istituto latino americano; il training di formazione per restauratori nato dall’iniziativa dell’Unesco, organizzato per la Biblioteca di Alessandria d’Egitto; la partecipazione al progetto di restauro della preziosa collezione dei rotoli del Mar Morto di concerto con Israel Antiquities Authority di Gerusalemme.

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